In adolescenza si è posti davanti a numerose sfide di adattamento a causa dei normali cambiamenti fisici, psicologici e sociali che questa specifica fase evolutiva comporta. Il sopraggiungere di eventi non normativi e potenzialmente traumatici per lo sviluppo psicosociale richiede che l’adolescente di metta in gioco risorse aggiuntive.
Due sono i costrutti che si considerano fondamentali per affrontare in età adolescenziale situazioni stressogene: l’intelligenza emotiva e il coping.
Per intelligenza emotiva si intende l’insieme delle competenze socio-emotive che permettono di gestire le proprie emozioni, affrontare le richieste dell’ambiente, comprendere gli altri e relazionarsi efficacemente con essi (Bar-On, 2006)[1].
Il coping si riferisce, invece, agli sforzi cognitivi e comportamentali messi in atto dalle persone per rispondere ad un evento stressante (Lazarus & Folkman, 1984)[2]. Pur essendo due costrutti distinti, sono strettamente connessi l’uno all’altro.
Le evidenze empiriche suggeriscono, infatti, che l’intelligenza emotiva possa contribuire a spiegare il mantenimento di un buon funzionamento psicologico in seguito all’esperienza di un evento stressante attraverso l’adozione di strategie di coping adattive (Campbell & Ntobedzi, 2007; Downey et al., 2010; Mikolajczak et al., 2008; Pauletto et al., 2021)[3]. La natura modificabile di entrambi questi costrutti e la possibilità di potenziarne l’efficacia hanno importanti implicazioni pratiche (Schutte et al., 2013)[4]. La relazione tra persone con un alto livello di intelligenza emotiva e la scelta di strategie di approccio in situazioni stressanti è ben documentata in letteratura e associata a un più alto livello di benessere psicologico (Mikolajczak et al., 2008; Por et al., 2011)[5].
La promozione dello sviluppo dell’intelligenza emotiva sin dalla più tenera età vuol dire promuovere il benessere a tutte l’età, fornendo in età adolescenziale gli strumenti importanti per adattarsi e gestire i propri vissuti emotivi soprattutto in situazioni stressogene.
[1] Bar-On, R. (2006). The Bar-On Model of Emotional-Social Intelligence. Psicothema, 18 Suppl, 13–25.
[2] Lazarus, R. S., & Folkman, S. (1984). Stress, Appraisal, and Coping. Springer Publishing Company
[3] Campbell, A., & Ntobedzi, A. (2007). Emotional intelligence, coping and psychological distress: a partial least squares approach to developing a predictive model. E-journal of applied psychology, 3, 39-54; Downey, L. A., Johnston, P. J., Hansen, K., Birney, J., & Stough, C. (2010). Investigating the mediating effects of emotional intelligence and coping on problem behaviours in adolescents. Australian Journal of Psychology, 62(1), 20–29; Mikolajczak, M., Nelis, D., Hansenne, M., & Quoidbach, J. (2008). If you can regulate sadness, you can probably regulate shame: Associations between trait emotional intelligence, emotion regulation and coping efficiency across discrete emotions. Personality and Individual Differences, 44(6), 1356–1368; Pauletto, M., Grassi, M., Passolunghi, M. C., & Penolazzi, B. (2021). Psychological wellbeing in childhood: The role of trait emotional intelligence, regulatory emotional self-efficacy, coping and general intelligence. Clinical Child Psychology and Psychiatry, 26(4), 1284–1297.
[4] Schutte, N. S., Malouff, J. M., & Thorsteinsson, E. B. (2013). Increasing Emotional Intelligence through Training: Current Status and Future Directions. The International Journal of Emotional Education, 5(1), 56-72.
[5] Mikolajczak, M., Nelis, D., Hansenne, M., & Quoidbach, J. (2008). Op cit; Por, J., Barriball, L., Fitzpatrick, J., & Roberts, J. (2011). Emotional intelligence: Its relationship to stress, coping, well-being and professional performance in nursing students. Nurse Education Today, 31(8), 855–860.