Set 12, 2024 | Genitorialità, Valutazioni delle competenze
Un approccio fondamentale per il benessere familiare
Negli anni, la valutazione genitoriale da parte degli psicologi ha assunto un ruolo cruciale all’interno delle dinamiche familiari e nel contesto dei procedimenti legali. Questa pratica si basa sull’analisi delle capacità e delle competenze genitoriali, con l’obiettivo di garantire il miglior interesse del minore. L’importanza di questa valutazione non può essere sottovalutata, sia in situazioni di conflitto familiare, sia in contesti di supporto e sviluppo.
La valutazione genitoriale comprende una serie di strumenti e metodologie, tra cui colloqui clinici, osservazioni dirette, questionari e test psicologici. Gli psicologi cercano di comprendere i vari aspetti che influenzano il comportamento genitoriale e la salute mentale dei genitori, così come l’ambiente in cui il bambino cresce. Particolare attenzione viene dedicata a fattori come la capacità di fornire supporto emotivo, stabilità e un ambiente sicuro.
In situazioni di separazione o divorzio, la valutazione genitoriale si rivela spesso cruciale per le decisioni riguardanti la custodia dei figli. Gli psicologi valutano i rapporti tra genitori e figli, prendendo in considerazione le dinamiche familiari e l’impatto che le decisioni possono avere sulla vita del minore. È fondamentale che i professionisti mantengano un atteggiamento neutrale e obiettivo, affinché le loro osservazioni e raccomandazioni siano credibili.
È importante sottolineare che la valutazione genitoriale non serve a rilevare problemi, ma serve ad evidenziare punti di forza e risorse. Questo approccio positivo è essenziale per facilitare il supporto e il potenziamento delle competenze genitoriali.
La valutazione genitoriale può avvenire anche in contesti preventivi, aiutando le famiglie a sviluppare competenze relazionali e comunicative prima che insorgano problemi significativi. La consapevolezza delle proprie capacità genitoriali è fondamentale per costruire un ambiente sano e favorevole alla crescita.
Infine, è essenziale che i risultati delle valutazioni siano comunicati con sensibilità e attenzione, poiché si possono rivelare esperienze molto emotive per le famiglie coinvolte. Una comunicazione chiara e rispettosa può facilitare l’accettazione delle raccomandazioni proposte dagli psicologi.
In conclusione, la valutazione genitoriale rappresenta un aspetto fondamentale della pratica psicologica. Essa non solo offre un supporto prezioso in situazioni di conflitto, ma contribuisce anche a promuovere il benessere delle famiglie attraverso un’analisi approfondita delle dinamiche interpersonali. Investire tempo e risorse in questi processi significa investire nel futuro dei bambini e nella salute delle famiglie.
Set 12, 2024 | Adolescenza, Età evolutiva, Prima infanzia, Scuola, Seconda infanzia
In adolescenza si è posti davanti a numerose sfide di adattamento a causa dei normali cambiamenti fisici, psicologici e sociali che questa specifica fase evolutiva comporta. Il sopraggiungere di eventi non normativi e potenzialmente traumatici per lo sviluppo psicosociale richiede che l’adolescente di metta in gioco risorse aggiuntive.
Due sono i costrutti che si considerano fondamentali per affrontare in età adolescenziale situazioni stressogene: l’intelligenza emotiva e il coping.
Per intelligenza emotiva si intende l’insieme delle competenze socio-emotive che permettono di gestire le proprie emozioni, affrontare le richieste dell’ambiente, comprendere gli altri e relazionarsi efficacemente con essi (Bar-On, 2006)[1].
Il coping si riferisce, invece, agli sforzi cognitivi e comportamentali messi in atto dalle persone per rispondere ad un evento stressante (Lazarus & Folkman, 1984)[2]. Pur essendo due costrutti distinti, sono strettamente connessi l’uno all’altro.
Le evidenze empiriche suggeriscono, infatti, che l’intelligenza emotiva possa contribuire a spiegare il mantenimento di un buon funzionamento psicologico in seguito all’esperienza di un evento stressante attraverso l’adozione di strategie di coping adattive (Campbell & Ntobedzi, 2007; Downey et al., 2010; Mikolajczak et al., 2008; Pauletto et al., 2021)[3]. La natura modificabile di entrambi questi costrutti e la possibilità di potenziarne l’efficacia hanno importanti implicazioni pratiche (Schutte et al., 2013)[4]. La relazione tra persone con un alto livello di intelligenza emotiva e la scelta di strategie di approccio in situazioni stressanti è ben documentata in letteratura e associata a un più alto livello di benessere psicologico (Mikolajczak et al., 2008; Por et al., 2011)[5].
La promozione dello sviluppo dell’intelligenza emotiva sin dalla più tenera età vuol dire promuovere il benessere a tutte l’età, fornendo in età adolescenziale gli strumenti importanti per adattarsi e gestire i propri vissuti emotivi soprattutto in situazioni stressogene.
[1] Bar-On, R. (2006). The Bar-On Model of Emotional-Social Intelligence. Psicothema, 18 Suppl, 13–25.
[2] Lazarus, R. S., & Folkman, S. (1984). Stress, Appraisal, and Coping. Springer Publishing Company
[3] Campbell, A., & Ntobedzi, A. (2007). Emotional intelligence, coping and psychological distress: a partial least squares approach to developing a predictive model. E-journal of applied psychology, 3, 39-54; Downey, L. A., Johnston, P. J., Hansen, K., Birney, J., & Stough, C. (2010). Investigating the mediating effects of emotional intelligence and coping on problem behaviours in adolescents. Australian Journal of Psychology, 62(1), 20–29; Mikolajczak, M., Nelis, D., Hansenne, M., & Quoidbach, J. (2008). If you can regulate sadness, you can probably regulate shame: Associations between trait emotional intelligence, emotion regulation and coping efficiency across discrete emotions. Personality and Individual Differences, 44(6), 1356–1368; Pauletto, M., Grassi, M., Passolunghi, M. C., & Penolazzi, B. (2021). Psychological wellbeing in childhood: The role of trait emotional intelligence, regulatory emotional self-efficacy, coping and general intelligence. Clinical Child Psychology and Psychiatry, 26(4), 1284–1297.
[4] Schutte, N. S., Malouff, J. M., & Thorsteinsson, E. B. (2013). Increasing Emotional Intelligence through Training: Current Status and Future Directions. The International Journal of Emotional Education, 5(1), 56-72.
[5] Mikolajczak, M., Nelis, D., Hansenne, M., & Quoidbach, J. (2008). Op cit; Por, J., Barriball, L., Fitzpatrick, J., & Roberts, J. (2011). Emotional intelligence: Its relationship to stress, coping, well-being and professional performance in nursing students. Nurse Education Today, 31(8), 855–860.
Set 3, 2024 | Età evolutiva, Scuola
Il tecnico ABA (Applied Behavior Analysis) è il professionista specializzato nell’ Analisi Comportamentale Applicata, una metodologia scientifica che utilizza principi di apprendimento e comportamento per migliorare la qualità della vita del bambino e dei suoi genitori.
Questo approccio è particolarmente efficace per promuovere abilità positive e ridurre comportamenti problematici. Viene utilizzato soprattutto nelle persone con disturbi dello spettro autistico.
Perché rivolgersi a un tecnico ABA?
- È possibile programmare interventi personalizzati: ogni bambino è unico e merita un piano di intervento su misura. Il tecnico ABA, lavora a stretto contatto con le famiglie per sviluppare strategie personalizzate che rispondono alle specifiche esigenze del bambino.
- Dimostrano Evidenza Scientifica: L’ABA è supportata da numerose ricerche scientifiche che ne dimostrano l’efficacia. Questo significa che le tecniche utilizzate sono basate su dati concreti e risultati misurabili.
- Prevede collaborazione con la famiglia: È molto importante la collaborazione con i genitori. Viene fornita formazione e supporto continuo per aiutare a comprendere e applicare le strategie ABA nella vita quotidiana dei propri figli e tutto ciò porta a un miglioramento della qualità ella vita. L’obiettivo principale è migliorare la qualità della vita del bambino e della famiglia, aiutando a sviluppare abilità sociali, comunicative e comportamentali che favoriscono l’autonomia e l’integrazione sociale.
Ago 29, 2024 | Età evolutiva, Scuola
I comportamenti problema dei bambini sono quei comportamenti distruttivi e/o pericolosi rivolti verso se stessi, gli altri e/o l’ambiente, quindi, tutte quelle azioni o reazioni che interferiscono con il suo benessere o con quello altrui. Le stime riguardo la presenza dei comportamenti problematici varia dall’ 8-68%.
Non si ha un’idea precisa della prevalenza, perché i comportamenti problema costituisco una vasta gamma di disturbi, che vanno dall’aggressività all’autolesionismo, dalle stereotipie, all’ansia
Alcuni esempi di comportamento problema sono:
1- È pericoloso per se stesso e per gli altri, quando è aggressivo e/o mette in atto comportamenti autolesionistici:
- Aggressività viene manifestata attraverso il: colpire, mordere, graffiare o comportamenti verbali aggressivi.
- Autolesionismo si manifesta con: il ferirsi intenzionalmente, mordendosi o colpendosi.
L’autolesionismo può causare danni fisici, mentre l’aggressività può mettere a rischio la sicurezza altrui.
2 -Danneggia materiale o oggetti, quando mette in atto comportamenti distruttivi come distruggere oggetti, che potrebbero dipendere da:
- Difficoltà emotive: Il danneggiamento di oggetti può essere una forma di espressione di emozioni negative come rabbia, frustrazione o ansia.
- Comunicazione inadeguata: alcuni bambini danneggiano oggetti per attirare l’attenzione o comunicare un bisogno. Ad esempio, potrebbero distruggere un giocattolo per indicare che sono infelici o annoiati.
- Sensibilità sensoriale: Alcuni bambini con sensibilità sensoriali possono reagire in modo eccessivo a determinati materiali o texture, distruggendoli involontariamente.
- Comportamenti ossessivi-compulsivi, quando ripete azioni o rituali in modo eccessivo che interferiscono con il normale sviluppo cognitivo e sociale e che producono effetti negativi sulle relazioni familiari, nel rapporto con i coetanei e nelle performance scolastiche.
- Comportamenti auto-stimolatori, quando ripete espressioni motorie di uno o più comportamenti senza apparenti finalità e che danno origine a comportamenti disadattivi. I movimenti auto-stimolatori più frequenti sono:
− i movimenti delle mani che comprendono o gesti isolati delle mani o gesti che vengono effettuati dal soggetto per imprimere movimenti agli oggetti;
− l’altalena che consiste in una oscillazione continua del busto mentre il soggetto sta seduto o è in piedi;
− l’andatura che spesso può essere fatta in punta di piedi e con tutta l’ipertensione del corpo;
− i movimenti del capo che possono essere o movimenti pericolosi e autolesivi, ad esempio, quando il soggetto batte ripetutamente la testa nel muro o nel pavimento, oppure in altri casi possono manifestarsi come contrazioni facciali che determinano delle smorfie.
Tali comportamenti possono avere un impatto significativo nella vita del bambino quando:
- Interferisce in modo significativo nei processi di apprendimento, quando i comportamenti problematici possono interferire con i processi di apprendimento e avere un impatto significativo sul suo sviluppo. Un esempio è la:distrazione: Se un bambino ha comportamenti impulsivi o iperattivi, potrebbe faticare a concentrarsi in classe o durante le attività di apprendimento. Questo potrebbe influenzare la sua capacità di seguire le istruzioni o di partecipare alle lezioni.
- Difficoltà di interazione sociale, quando comportamenti aggressivi o distruttivi possono rendere difficile per il bambino stabilire relazioni positive con gli altri. Questo può influenzare la sua capacità di partecipare a giochi di gruppo o di imparare attraverso l’interazione sociale.
- Ritardi nello sviluppo, quando un bambino ha comportamenti auto-stimolatori eccessivi (come dondolarsi o sbattere le mani), potrebbe tralasciare altre attività di apprendimento. Questo potrebbe rallentare il suo sviluppo cognitivo e sociale.
- Comunicazione limitata, quando i comportamenti problematici possono anche influenzare la comunicazione del bambino. Ad esempio, se ha comportamenti stereotipati (ripetitivi), potrebbe avere difficoltà a sviluppare abilità di comunicazione verbale o non verbale.
- Esclude il bambino dalla sfera sociale, quando il bambino ha comportamenti aggressivi o distruttivi, gli altri potrebbero evitare di giocare o interagire con lui. Questo potrebbe determinare:
– Difficoltà di interazione
– Isolamento sociale
– Comunicazione limitata. Se il bambino avesse difficoltà a comunicare verbalmente o non verbalmente, potrebbe non essere in grado di partecipare alle conversazioni o ai giochi con i coetanei. Questo isolamento può influenzare la sua capacità di sviluppare relazioni.
– Comportamenti stereotipati: I comportamenti ripetitivi o auto-stimolatori possono rendere difficile per il bambino coinvolgersi in attività sociali. Ad esempio, se dondola o sbatte le mani in modo eccessivo, potrebbe non partecipare a giochi di gruppo.
– Bullismo o stigmatizzazione: Se il bambino è vittima di bullismo o viene stigmatizzato a causa dei suoi comportamenti, potrebbe ritirarsi socialmente per evitare situazioni spiacevoli. Il problema richiede una comprensione approfondita e strategie mirate. Ogni individuo è unico e le soluzioni possono variare. Lavorare in collaborazione con professionisti esperti può essere fondamentale per ottenere risultati positivi.
Ago 29, 2024 | Età evolutiva, Scuola
I comportamenti problematici dei bambini sono quei comportamenti distruttivi e/o pericolosi rivolti verso se stessi, gli altri e/o l’ambiente, quindi, tutte quelle azioni o reazioni che interferiscono con il suo benessere o con quello altrui. Le stime riguardo la presenza dei comportamenti problematici varia dall’ 8-68%.
Non si ha un’idea precisa della prevalenza, perché i comportamenti problema costituisco una vasta gamma di disturbi, che vanno dall’aggressività all’autolesionismo, dalle stereotipie, all’ansia
Alcuni esempi di comportamento problema sono:
- È pericoloso per se stesso e per gli altri, quando è aggressivo e/o mette in atto comportamenti autolesionistici:
- Aggressività viene manifestata attraverso il: colpire, mordere, graffiare o comportamenti verbali aggressivi.
- Autolesionismo si manifesta con: il ferirsi intenzionalmente, mordendosi o colpendosi. L’autolesionismo può causare danni fisici, mentre l’aggressività può mettere a rischio la sicurezza altrui.
- Danneggia materiale o oggetti, quando mette in atto comportamenti distruttivi come distruggere oggetti, che potrebbero dipendere da:
- Difficoltà emotive: Il danneggiamento di oggetti può essere una forma di espressione di emozioni negative come rabbia, frustrazione o ansia.
- Comunicazione inadeguata: alcuni bambini danneggiano oggetti per attirare l’attenzione o comunicare un bisogno. Ad esempio, potrebbero distruggere un giocattolo per indicare che sono infelici o annoiati.
- Sensibilità sensoriale: Alcuni bambini con sensibilità sensoriali possono reagire in modo eccessivo a determinati materiali o texture, distruggendoli involontariamente.
- Comportamenti ossessivi-compulsivi, quando ripete azioni o rituali in modo eccessivo che interferiscono con il normale sviluppo cognitivo e sociale e che producono effetti negativi sulle relazioni familiari, nel rapporto con i coetanei e nelle performance scolastiche.
. - Comportamenti auto-stimolatori, quando ripete espressioni motorie di uno o più comportamenti senza apparenti finalità e che danno origine a comportamenti disadattivi. I movimenti auto-stimolatori più frequenti sono:
Tali comportamenti possono avere un impatto significativo nella vita del bambino quando:
- Interferisce in modo significativo nei processi di apprendimento, quando i comportamenti problematici possono interferire con i processi di apprendimento e avere un impatto significativo sul suo sviluppo. Un esempio è la distrazione: se un bambino ha comportamenti impulsivi o iperattivi, potrebbe faticare a concentrarsi in classe o durante le attività di apprendimento. Questo potrebbe influenzare la sua capacità di seguire le istruzioni o di partecipare alle lezioni.
- Difficoltà di interazione sociale, quando comportamenti aggressivi o distruttivi possono rendere difficile per il bambino stabilire relazioni positive con gli altri. Questo può influenzare la sua capacità di partecipare a giochi di gruppo o di imparare attraverso l’interazione sociale.
- Ritardi nello sviluppo, quando un bambino ha comportamenti auto-stimolatori eccessivi (come dondolarsi o sbattere le mani), potrebbe tralasciare altre attività di apprendimento. Questo potrebbe rallentare il suo sviluppo cognitivo e sociale.
- Comunicazione limitata, quando i comportamenti problematici possono anche influenzare la comunicazione del bambino. Ad esempio, se ha comportamenti stereotipati (ripetitivi), potrebbe avere difficoltà a sviluppare abilità di comunicazione verbale o non verbale.
- Esclude il bambino dalla sfera sociale, quando il bambino ha comportamenti aggressivi o distruttivi, gli altri potrebbero evitare di giocare o interagire con lui. Questo potrebbe determinare:
- Difficoltà di interazione
- Isolamento sociale
- Comunicazione limitata. Se il bambino ha difficoltà a comunicare verbalmente o non verbalmente, potrebbe non essere in grado di partecipare alle conversazioni o ai giochi con i coetanei. Questo isolamento può influenzare la sua capacità di sviluppare relazioni.
- Comportamenti stereotipati: I comportamenti ripetitivi o auto-stimolatori possono rendere difficile per il bambino coinvolgersi in attività sociali. Ad esempio, se dondola o sbatte le mani in modo eccessivo, potrebbe non partecipare a giochi di gruppo.
- Bullismo o stigmatizzazione: Se il bambino è vittima di bullismo o viene stigmatizzato a causa dei suoi comportamenti, potrebbe ritirarsi socialmente per evitare situazioni spiacevoli.