“Il Test ‘Disegna la Famiglia’: Uno Strumento Proiettivo per Esplorare le Dinamiche Relazionali ed Emotive”

Età evolutiva, Psicologia forense

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Il test  “Disegna la famiglia” è uno strumento proiettivo utilizzato in ambito psicologico per valutare lo sviluppo emotivo e le dinamiche relazionali di un individuo, in particolare dei bambini, attraverso un’attività creativa apparentemente semplice: il disegno della propria famiglia. Questo test fa parte della categoria dei test carta e matita, dove il soggetto è invitato a esprimere attraverso il disegno aspetti della propria vita interiore e dei propri vissuti emotivi.

Origini e scopo del test

Il test nasce nella metà del Novecento, basandosi sull’idea che il modo in cui una persona rappresenta la propria famiglia può fornire indizi utili su come percepisce le relazioni familiari e su eventuali conflitti o tensioni presenti. È stato utilizzato soprattutto in ambito clinico per bambini e adolescenti, ma può essere somministrato anche agli adulti. L’obiettivo del test è esplorare l’immagine che il soggetto ha della propria famiglia, le relazioni affettive, i ruoli e l’eventuale presenza di problematiche che il soggetto potrebbe non esprimere verbalmente.

Modalità di somministrazione

Il test è semplice da eseguire: al soggetto viene chiesto di disegnare la propria famiglia come la percepisce, su un foglio bianco, utilizzando una matita. Le istruzioni sono volutamente generiche per lasciare al soggetto massima libertà interpretativa. Non ci sono limiti di tempo, e la valutazione si basa su diversi elementi del disegno, quali:

  • Ordine e posizione dei personaggi: Chi viene disegnato per primo? Qual è la disposizione dei membri della famiglia? Chi è collocato vicino o lontano dal soggetto?
  • Dimensioni delle figure: I personaggi più grandi possono rappresentare figure di autorità o percepite come dominanti, mentre figure più piccole possono indicare sentimenti di inferiorità o marginalizzazione.
  • Dettagli e cura nella rappresentazione: Alcune figure potrebbero essere disegnate con più cura e attenzione, suggerendo un legame emotivo importante, mentre altre potrebbero essere raffigurate in modo più frettoloso o addirittura assenti.
  • Espressioni facciali e posture: Anche se stilizzate, le espressioni e le posture possono fornire indizi sui sentimenti che il soggetto associa ai diversi membri della famiglia. Per esempio, un volto sorridente o un’espressione triste possono indicare affetti o tensioni non risolte.

Interpretazione del test

L’interpretazione del “Disegna la famiglia” non si basa solo sugli aspetti grafici, ma anche su come il soggetto descrive il proprio disegno. Durante o dopo il test, lo psicologo può chiedere al soggetto di raccontare cosa sta accadendo nel disegno, chi sono i personaggi, e come si sente rispetto a essi. Questo dialogo è essenziale per chiarire eventuali elementi che possono apparire ambigui.

È importante sottolineare che il test non può essere considerato una misura “oggettiva” delle dinamiche familiari, ma rappresenta piuttosto una finestra sul mondo interiore del soggetto e sulla sua percezione personale delle relazioni. Inoltre, l’interpretazione deve essere sempre accompagnata da altre valutazioni cliniche, poiché un singolo disegno potrebbe non fornire una visione completa e accurata della situazione psicologica del soggetto.

Limiti e considerazioni

Nonostante la sua ampia diffusione, il test “Disegna la famiglia” presenta dei limiti. L’interpretazione dei disegni è fortemente soggettiva e può variare in base alla formazione e all’approccio teorico dello psicologo. È per questo che molti professionisti preferiscono integrare il test con altri strumenti diagnostici o con una più approfondita anamnesi clinica.

Il test “Disegna la famiglia” rimane uno strumento utile nella valutazione psicologica, soprattutto in ambito infantile e adolescenziale, poiché permette di esplorare in modo creativo aspetti profondi delle relazioni familiari e dello sviluppo emotivo del soggetto. Tuttavia, deve essere utilizzato con cautela e interpretato all’interno di un contesto più ampio di valutazione psicologica.

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